Durante la nostra passeggiata didattica abbiamo incontrato, inerpicandoci lungo la stradina che conduce da Casale S. Angelo fino
a Colle Mariano, alcuni esemplari di Quercus
suber, la quercia da sughero,
latifoglia arborea sempreverde non sempre presente nel territorio italiano. La
troviamo infatti soltanto lungo le coste occidentali del Mediterraneo, nella quasi
intera Spagna e in Italia lungo tutta la costa tirrenica, principalmente Toscana, in minor parte nel Lazio,
Puglia, Campania e Calabria. E’ più diffusa nella isole, specialmente in
Sardegna, dove in 60.676 ha ci sono circa 2 milioni e mezzo di piante in
coltura. Essa predilige terreni posti
nel Lauretum medio, derivanti dal
disfacimento di rocce ignee acide (graniti, rioliti) e piroclastiche ed eccezionalmente su suoli basici, quali calcari e dolomie se decalcificati (ferretti). La presenza nel territorio
tiburtino risulta spiegabile secondo due diverse interpretazioni. Una, quella
del Montelucci (1984), imputa questa presenza all’azione dell’aerosol formato
dalle cascate limitrofe, che riempie la valle di umidità di cui la specie è
amante. L’altra, che ho raccolto lungo i corridoi della facoltà di Agraria
della Tuscia di Viterbo, indica invece la presenza come legata alle coperture
tufacee che prima coprivano tutto il territorio e che oggi troviamo solo ai
piedi dei rilievi e nelle valli, ipotesi che giustificherebbe la diminuita
presenza areale che oggi registriamo.
Areale della Quercus suber - imm. Wikipedia
Quercus suber - imm. Wikipedia